Rottamazione Quinquies
in aggiornamento fino ad approvazione Legge di bilancio 2026
Dopo tanti rumors, sembra in dirittura d’arrivo la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali.
La quinta rottamazione delle cartelle debutta nella manovra 2026, dall’addio alle maxi-rate iniziali all’esclusione dei recidivi e al rientro dei decaduti
Nella versione originaria, la sanatoria doveva essere la più ampia di sempre: 120 rate in dieci anni, il tempo lungo per permettere a tutti di rientrare. Col passare delle settimane, però, il disegno si è fatto più contenuto.
La versione ora sul tavolo riduce la dilazione a 96 rate in otto anni, con 12 pagamenti annuali con rate minime, a quanto sembra, non inferiori a 50 euro.
Cosa prevede?
A quanto pare, un’altra certezza è che spariranno le maxi-rate iniziali, quelle che concentravano il 20% del dovuto nelle prime due scadenze e che nelle precedenti edizioni avevano scoraggiato molti contribuenti.
La quinquies prevede rate tutte uguali, distribuite sull’intero periodo. Resta, però, un’incognita: ci sarà o no un anticipo obbligatorio? Sembra che ci possa essere un acconto del 5% solo per i debiti oltre i 50 mila euro, come segnale di affidabilità finanziaria.
E poi c’è il tema della decadenza. Il ministero dell’Economia propende per applicare le regole delle rateazioni ordinarie (articolo 19 del DPR 602/73), cioè la decadenza dopo due rate non pagate, anche se non consecutive. Sarebbe una svolta di rigore: oggi la perdita del beneficio scatta dopo otto rate saltate. Altri tecnici, invece, propongono di mantenere una tolleranza più ampia, proprio di otto rate, per non trasformare la rottamazione in un percorso a ostacoli. La scelta, ancora aperta, determinerà la reale efficacia della misura: due rate di margine rendono il piano «da ufficio di riscossione», otto lo rendono «da pace fiscale».
Chi potrà aderire e chi no
Sul fronte dell’accesso, le intenzioni del governo sono di escludere chi ha già una rottamazione in corso e, più in generale, i cosiddetti «rottamatori seriali», cioè coloro che hanno usato le precedenti sanatorie solo per bloccare pignoramenti o fermi amministrativi, senza poi pagare.
In compenso, i decaduti dalle precedenti edizioni – che una rottamazione non l’hanno più in essere – potrebbero essere riammessi.
I carichi fiscali coinvolti
Infine, i carichi fiscali coinvolti. L’ipotesi principale prevede che la quinquies copra i carichi affidati alla riscossione fino al 31 dicembre 2023. Tuttavia, diversi esponenti della maggioranza puntano ad estendere la finestra al 31 dicembre 2024, per includere anche i ruoli più recenti. Resteranno comunque escluse, per vincoli normativi, le sanzioni penali, i danni erariali riconosciuti dalla Corte dei conti e gli aiuti di Stato da restituire.